Nell'esercizio dei propri compiti istituzionali, il Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato ha tratto spunto in alcune occasioni, per avviare attività di sua competenza, dalla divulgazione di notizie sui mezzi di comunicazione di massa. In tali casi, si è preliminarmente valutata la rilevanza delle notizie divulgate, ai fini dell'esercizio delle funzioni del Comitato, in vista di una relazione al Parlamento.
La vicenda del sistema che sulla stampa è stato indicato con la denominazione «Echelon» costituisce, in tal senso, un esempio paradigmatico, posto che confluiscono al suo interno aspetti direttamente connessi ai temi istituzionali di stretto interesse del Comitato, ed in particolare quelli relativi a specifiche attività di intelligence poste in essere da strutture di altri paesi, in ipotesi operanti anche in Italia, nonché quelli concernenti il complesso delle attività svolte dai Servizi italiani nel quadro di tali situazioni, come rappresentate al pubblico.
Le notizie divulgate in successive occasioni, anche a distanza di tempo tra loro, indicavano l'esistenza di un sistema di intercettazione, su scala globale, delle comunicazioni private. Il Comitato ha allora ritenuto necessario avviare un'istruttoria che consentisse di raccogliere elementi di documentazione utili da fornire al Parlamento, e quindi ai cittadini italiani, al fine, da un lato, di delineare, per quanto possibile, i contorni reali della vicenda, e dall'altro di chiarire il ruolo svolto dai Servizi di informazione del nostro paese.
Sebbene la prima fonte di informazione possa essere individuata in un libro pubblicato in Nuova Zelanda nel 1996 (Nicky Hager, Secret Power: New Zealand's role in the international Spy Network), le notizie su Echelon hanno concretamente cominciato a circolare e a consolidarsi in Europa a partire dal 1998, in seguito alla presentazione dello studio commissionato dallo STOA, lo «Scientific and Technical Option Assessment Office» del Parlamento europeo. Il Comitato ha quindi inoltrato una prima richiesta di informazioni al Presidente del Consiglio nel mese di aprile del 1998.
Il lavoro del Comitato si è prevalentemente indirizzato nella ricerca di chiarimenti in ordine alla conoscenza, da parte del Governo e degli organi dei Servizi, di notizie sul sistema denominato Echelon. A tal fine, sono state effettuate audizioni dell'attuale responsabile del SISMI, e di un suo predecessore che in tale incarico aveva lungamente esercitato le proprie funzioni.
Si è peraltro ritenuto opportuno acquisire elementi di informazione anche presso il Parlamento europeo, che nella vicenda ha svolto un ruolo significativo, mediante la produzione, tramite lo STOA, di appositi documenti, e successivamente con la deliberazione di una commissione temporanea di indagine.
La delicatezza delle questioni, gli interessi potenzialmente coinvolti, la rilevanza internazionale del caso, non potevano infatti che rendere necessario un accurato approfondimento, tale da consentire al Parlamento una valutazione il più possibile informata e consapevole in merito alla vicenda Echelon.
Va preliminarmente precisato che, con la sigla SIGINT (Signal Intelligence), si individua una metodologia di raccolta di informazioni attraverso segnali captati via etere.
Per quanto riguarda il termine Echelon, nel corso della relazione verrà precisato il significato che, in base agli elementi acquisiti, può essergli attribuito.
Marzo 1998. Si diffonde sui mezzi di informazione la notizia del contenuto di uno studio del Parlamento europeo dal quale risulterebbe l'esistenza di una rete di intercettazione globale gestita dagli Stati Uniti con la collaborazione di altri 4 paesi anglofoni: Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Tale sistema, che sarebbe denominato Echelon, si avvarrebbe di satelliti spia, basi di intercettazioni terrestri e computer, e sarebbe in grado di decodificare e conservare ogni comunicazione telefonica e a mezzo fax, nonché ogni messaggio di posta elettronica.
Lo studio, predisposto dalla Omega Foundation, per conto della Direzione generale per la ricerca del Parlamento europeo (STOA), e intitolato «Una valutazione delle tecnologie di controllo politico», contiene notizie sulle origini e sulle caratteristiche di Echelon. In seguito, lo STOA ha pubblicato una integrazione di tale studio, intitolato «Sviluppi sulle tecnologie per la sorveglianza e sul rischio di abusi delle informazioni economiche», realizzato con un metodo definito «DELPHI modificato», consistente nella preparazione di un elenco di potenziali fonti di dati. In particolare, sono stati individuati 49 esperti provenienti da università, imprese, organizzazioni internazionali e governative. Sono state quindi raccolte le risposte fornite da tali esperti ad un questionario; i risultati hanno dato luogo ad un esame di convergenza, basato sulla esclusione dei dati non affidabili. Sugli esiti di questa indagine si è sviluppata la parte analitica dello studio.
Aprile 1998. A seguito della diffusione di tali notizie sulla stampa, viene presentata un'interrogazione a risposta immediata al Presidente del Consiglio, svolta nella seduta della Camera del 24 aprile 1998; in tale interrogazione si chiede se il Governo italiano sia a conoscenza del sistema denominato Echelon, se e in che misura l'Italia vi sia coinvolta e quali iniziative sono state intraprese o s'intendano intraprendere per garantire la sicurezza del Paese. Nella risposta, il Presidente del Consiglio, premesso che una rete planetaria integrata, in grado di intercettare le comunicazioni appare di non facile praticabilità, dichiara che il Governo non è a conoscenza di tale sistema di intercettazione, e che comunque l'autorità nazionale per la sicurezza svolge da tempo una politica per la protezione dei sistemi di trasmissione e di informazione chiamata Infosec, attraverso lo studio, il perfezionamento e l'aggiornamento dei dispositivi di cifratura.
Aprile 1998. Sulla base delle notizie allo stato acquisite, il Comitato, nell'esercizio delle proprie competenze relative all'acquisizione di notizie sulle attività dei servizi di informazione e sicurezza, decide di chiedere al Presidente del Consiglio di essere messo a parte delle iniziative che i servizi hanno assunto a seguito delle diffusione di tali notizie, delle informazioni dagli stessi acquisite in materia e delle valutazioni in proposito effettuate. Contestualmente viene rappresentata l'opportunità che i responsabili dei servizi forniscano al Comitato ogni utile elemento d'informazione sulla vicenda nel corso di apposite audizioni.
Maggio 1998. Il Presidente del Consiglio, rispondendo alla richiesta del Comitato, autorizza le audizioni dei rappresentanti dei servizi e assicura di avere richiesto al CESIS di preparare un documento di risposta ai quesiti del Comitato.
9 giugno 1998. 1a Audizione del direttore del SISMI, ammiraglio battelli presso il comitato. Emergono i seguenti elementi:
a) sull'esistenza dell'accordo UKUSA:
il SISMI è a conoscenza di un «accordo particolare» tra Stati Uniti e Gran Bretagna (UKUSA), riportato tra l'altro da fonti aperte (libri, documenti), e che risale alla seconda guerra mondiale;
il SISMI non è a conoscenza di un accordo tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda;
le autorità statunitensi, interpellate al riguardo dal SISMI, non hanno dato notizia di accordi internazionali sottostanti all'esercizio del sistema Echelon;
b) sull'esistenza del sistema Echelon:
il Governo e il SISMI non sapevano dell'esistenza di un sistema denominato Echelon. Esso costituirebbe un naturale sviluppo della «signal intelligence».
Dopo l'intervento del Presidente del Consiglio in Parlamento, il SISMI ha verificato se al nome Echelon corrispondesse effettivamente un sistema, e le fonti americane avrebbero fornito una risposta nel senso che Echelon rappresenterebbe una modalità tecnologica di operare. Da questo punto di vista, quindi, l'esistenza di Echelon, quale sistema di intercettazioni delle comunicazioni satellitari sarebbe confermata. Secondo le dichiarazioni del capo del SISMI, il sistema potrebbe essere considerato come una evoluzione dei sistemi di comunicazione militare. In particolare, quando si è passati, anche in campo militare, dalle comunicazioni in frequenze HF a quelle satellitari, ci si è posti il problema di come intercettare queste nuove forme di comunicazione. Quanto alla effettiva esistenza di una rete, o di un sistema di accordi o di basi, che facciano capo ai cinque paesi citati negli articoli di stampa (USA, Gran Bretagna, Australia, Canada, Nuova Zelanda), l'ammiraglio Battelli dichiara di non avere avuto notizie specifiche da parte degli interlocutori statunitensi.
7 settembre 1998. Viene trasmesso al Comitato il preannunciato documento del CESIS. In sintesi si afferma:
a) sull'esistenza dell'accordo UKUSA:
l'accordo UKUSA esiste dalla seconda guerra mondiale;
è nato con lo specifico scopo di intercettare comunicazioni militari;
le intercettazioni sono state successivamente estese alle comunicazioni satellitari;
tra gli obiettivi degli ascolti sono state nel tempo ricomprese intercettazioni di comunicazioni satellitari non militari;
dell'accordo fa parte, oltre a Stati Uniti e Gran Bretagna (membri fondatori), anche il Canada; secondo numerose fonti l'accordo sarebbe stato ampliato anche ad Australia e Nuova Zelanda;
b) sull'esistenza del sistema Echelon:
benché l'ipotesi di una «rete planetaria integrata» in grado di intercettare via satellite, selezionare ed analizzare in tempo reale tutte le comunicazioni mondiali appaia poco probabile - tanto da suscitare le perplessità del SISDE - tuttavia, attesa la relativa permeabilità dei sistemi di trasmissione, esiste la possibilità di una sua realizzazione, ove si impieghino le ingenti risorse necessarie.
Per quel che concerne la denominazione Echelon, indicata nello studio della «Omega Foundation», il SISMI ha fatto presente che non ne era a conoscenza prima della sua pubblicazione sul settimanale «Il Mondo»; essa non era nota neanche al direttore del SISDE.
Considerato che l'attività di signal intelligence costituisce uno dei tradizionali campi di attivazione degli organismi di informazione e sicurezza di ogni Paese, il SISMI osserva che gli accordi SIGINT tra Servizi collegati, non solo non sono affatto rari, ma costituiscono la regola e, di conseguenza, ritiene verosimile l'ipotesi Echelon.
Si ritiene che, pur non disponendo di prove certe circa l'esistenza della rete mondiale Echelon, non si possa, comunque, trascurare la minaccia che agli interessi ed alla sicurezza dello Stato deriva dall'attività di intercettazione delle comunicazioni o di intrusione nei sistemi informatici da chiunque svolta, indipendentemente dal sistema di trasmissione usato.
16 settembre 1998. Il Parlamento europeo approva una risoluzione nella quale viene fatto espresso riferimento al sistema Echelon proprio alla luce dello studio commissionato dallo STOA. La relazione riprende la denominazione Echelon, nel significato ad esso attribuito dallo studio stesso, precisando d'altra parte che le affermazioni di tale studio si limitano a riportare l'esito di analisi e di accertamenti condotti da soggetti estranei alla sfera dei poteri pubblici, e sono espressamente qualificate come non impegnative per il Parlamento europeo.
Febbraio-marzo 1999. Il Comitato, esaminando l'opportunità di proseguire l'attività istruttoria, rileva che il tenore letterale della risoluzione del Parlamento europeo lascerebbe intendere che questi ritenga il sistema Echelon un dato acquisito e consolidato. Dal testo approvato non risulta tuttavia possibile desumere informazioni idonee a meglio definire il contesto internazionale in cui tale sistema verrebbe ad operare. Alla luce di ciò, su richiesta del Comitato, il Presidente della Camera scrive al Presidente del Parlamento europeo per sapere se tale consesso abbia fondato la propria determinazione su elementi di conoscenza diversi ed ulteriori rispetto al ricordato rapporto, sulla cui attendibilità non risultano essersi specificamente pronunciati organismi di natura pubblica. In proposito non è pervenuta alcuna risposta dal Parlamento europeo.
Aprile 1999. Il Comitato, al fine di assumere altri elementi informativi in sede europea, delibera di procedere all'audizione di una delegazione di membri italiani del Parlamento europeo componenti della Commissione per le libertà pubbliche, competente sulla materia in esame. Nello stesso mese di aprile, viene presentato al Parlamento europeo un secondo studio commissionato dallo STOA, «Capacità di intercettazione 2000», realizzato dal giornalista inglese Duncan Campbell, già autore negli anni '80 di una inchiesta sui sistemi e le tecniche di intercettazione.
Maggio 1999. Alla richiesta del Comitato si dichiara disponibile ad intervenire presso il Comitato l'on. Bontempi. Nell'audizione, svoltasi il 20 maggio, si afferma in sintesi: non si è rintracciata una fonte formale da cui si possa dedurre l'esistenza del sistema Echelon; vi è stata una diffusione di notizie sulla stampa; viene infine preannunciata l'elaborazione di un secondo rapporto del Parlamento europeo, dopo quello del 1998, che conterrebbe nuovi elementi circa la conferma dell'esistenza di un sistema integrato di intercettazione delle comunicazioni, anche se non dovrebbe apportare elementi di novità riguardo alle fonti.
22 luglio 1999. 2° Audizione del direttore del SISMI, ammiraglio Battelli, presso il Comitato. In sintesi, si afferma:
a) sull'esistenza dell'accordo UKUSA:
L'ammiraglio Battelli conferma di non avere avuto notizia dell'esistenza dell'accordo fra cinque nazioni riguardante la creazione di un sistema integrato di intercettazione di comunicazioni, e afferma di ignorarlo tuttora. Conferma invece di essere a conoscenza dell'accordo UKUSA fra USA e Gran Bretagna, che presumibilmente risale alla seconda guerra mondiale. Ritiene comunque plausibile che questo rapporto possa essersi allargato ad altri paesi anglofoni.
b) sull'esistenza del sistema Echelon:
L'ammiraglio afferma che gli americani con la parola Echelon praticamente intendevano una tecnologia, cioè un progetto, poi realizzato, idoneo ad intercettare comunicazioni satellitari. Quindi la parola Echelon non sarebbe riferita ad un accordo, perché appunto il termine avrebbe tale altro significato.
c) sul contenuto di Echelon:
L'ammiraglio conferma che, per quanto a sua conoscenza, Echelon sarebbe un sistema tecnologico che consente l'intercettazione di comunicazioni satellitari. Non ritiene che esista un rapporto tra UKUSA e Echelon, se non limitato ad uno sviluppo di scambio informativo nel settore SIGINT, che, una volta che la tecnologia si è sviluppata, ha interessato anche le comunicazioni di tipo satellitare.
Gennaio-febbraio 2000. All'inizio dell'anno emergono alcuni fatti nuovi. La NSA ha declassificato alcune proprie direttive ed in talune di esse appare il riferimento ad Echelon; si tratta dei primi documenti ufficiali in cui risulti tale denominazione.
Viene poi diffuso il secondo studio commissionato dal Parlamento europeo, il cosiddetto "rapporto Campbell" - dal nome del giornalista specializzato cui il rapporto era stato affidato - che a fine febbraio viene discusso dalla Commissione delle libertà pubbliche del Parlamento europeo. Il Comitato delibera di acquisire ed esaminare questa nuova documentazione.
Marzo-aprile 2000. In risposta alla richiesta del Comitato al Governo, alla luce delle nuove notizie contenute nel rapporto Campbell, di essere messo al corrente delle informazioni e delle valutazioni in proposito elaborate dai servizi, il Presidente del Consiglio autorizza audizioni in proposito dei direttori dei servizi presso il Comitato e preannuncia la predisposizione di una relazione sulla vicenda Echelon.
Aprile 2000. Nuove informazioni sono contenute in una intervista dell'ex direttore del SISMI, ammiraglio Martini, pubblicata dal "Corriere della Sera". In essa non si fa esplicito riferimento all'esistenza dell'accordo UKUSA; si afferma però che Echelon funziona nel mondo grazie all'alleanza dei paesi anglofoni, che anche i canadesi fanno parte del sistema, e si accenna alla possibilità di implicazioni economiche del sistema. Sulla base di queste notizie, il Comitato decide di ascoltare anche l'ammiraglio Martini.
Aprile 2000. Presso la Commissione permanente per l'intelligence del Congresso degli Stati Uniti, si svolgono le audizioni del direttore della Cia, George Tenet, e della NSA, Michael Hayden.
Tenet conferma l'esistenza di un «programma chiamato Echelon», senza peraltro chiarirne i contenuti e le caratteristiche. Entrambi i direttori sostengono comunque che le attività di intercettazione avvengono in un quadro di rigoroso rispetto delle normative che tutelano la privacy dei cittadini americani. Negano inoltre che l'intelligence operi attività di spionaggio industriale, in favore di imprese americane. Il direttore della CIA, Tenet, in particolare, afferma che, mentre è una prassi comune per molti paesi usare i loro Servizi di intelligence per fare spionaggio economico, questa non è né la politica né la prassi degli Stati Uniti. In riferimento alle accuse di spionaggio industriale, Tenet nega che la CIA acquisisca informazioni per promuovere gli affari americani. In primo luogo, perché il compito dell'Agenzia è quello di raccogliere informazioni vitali per la difesa nazionale per la politica estera degli Stati Uniti, mentre altri dipartimenti ed agenzie negli Stati Uniti hanno la responsabilità di assistere gli interessi economici USA. In secondo luogo, dovendo mantenere buone relazioni con i nostri alleati, essi devono essere certi che non saranno coinvolti in situazioni che non siano direttamente correlabili alla sicurezza nazionale. Infine, un'attività di spionaggio a fini commerciali sarebbe difficilmente gestibile, e determinerebbe il rischio di danneggiare anche imprese americane.
Maggio 2000. In risposta alla richiesta del Comitato, il Presidente del Consiglio Amato invia un documento, appositamente predisposto dal SISMI.
1 giugno 2000. Audizione presso il Comitato dell'amm. Martini. In sintesi, si ripercorre la nascita del Sigint all'epoca della seconda guerra mondiale e la sua evoluzione durante la guerra fredda; in questo quadro, pur non citando l'alleanza UKUSA, si afferma che spontaneamente all'interno del Sigint si era costituito il gruppo anglosassone grazie anche all'identità di linguaggio. Riguardo ad Echelon, l'amm. Martini afferma che ne ha avuto notizia solo da un anno, da quando cioè è apparsa sui giornali. Ritiene plausibile che, cessata la guerra fredda, il Sigint abbia allargato il suo campo operativo forse anche alla competizione industriale, considerate le enormi potenzialità operative del Sigint in particolare dei paesi anglosassoni; si tratta in ogni caso di supposizioni, e non di notizie di prima mano. Conferma inoltre le intercettazioni riguardanti un'ambasciata italiana.
15 giugno 2000. 3° Audizione del direttore del SISMI, amm. Battelli. Rispetto alle precedenti audizioni, grazie in parte a elementi di conoscenza sopravvenuti, emergono nuove informazioni. Riguardo all'accordo UKUSA, si è sempre dato per scontato che un accordo del genere esistesse, pur non conoscendone il contenuto e le caratteristiche; non è in particolare certo se si tratta di un normale rapporto di collaborazione o di un rapporto che vada al di là dello scambio di informazioni, nel senso di una interoperatività di sistemi in un quadro di tale interazione, cioè un sistema integrato.
Si fa poi riferimento ad alcuni documenti americani declassificati di recente ed alle audizioni svolte il 12 aprile scorso presso il Congresso USA dai direttori della CIA e della NSA; sono i primi documenti ufficiali in cui appare la parola Echelon. Oggi si può affermare che Echelon esiste, ma dalle informazioni in possesso del SISMI non si può dare una definizione certa di cosa sia. Sono due infatti le versioni del rapporto UKUSA-Echelon: in alcuni articoli di stampa si sostiene che UKUSA era l'accordo ed Echelon il suo "braccio armato"; nei documenti di provenienza americana, come quello della Georgetown University, citato dal rapporto Campbell, Echelon appare invece come un programma più limitato che consente, dopo aver fissato degli obiettivi, di ricevere i risultati delle intercettazioni rilevate coerenti con tali obiettivi. In questa ipotesi, Echelon si configurerebbe pertanto come un'evoluzione tecnologica utilizzata anche nell'ambito dell'accordo UKUSA, e comunque non come un sistema integrato: questa versione appare allo stato la più verosimile. Da quanto risulta al SISMI, Echelon potrebbe pertanto individuare una evoluzione tecnologica nel campo delle intercettazioni satellitari, nell'ambito della quale si scambiano informazioni «processate» tramite computers.
Sulla base della citata audizione al Congresso americano del direttore della Cia, si evince inoltre che gli USA fanno attività di ascolto su informazioni di tipo commerciale, ma non per sponsorizzare le loro aziende, bensì per ragioni di sicurezza dello Stato.
L'amm. Battelli conferma poi le notizie già trasmesse al Comitato dal Presidente del Consiglio. L'ammiraglio sottolinea che anche i servizi italiani, nel quadro dei rapporti di collaborazione Sigint con altri paesi, stanno evolvendo il loro ambito di attività dal campo propriamente militare alle materie della criminalità organizzata e del terrorismo. Il SISMI, nel quadro dei rapporti di collaborazione Sigint, è stato destinatario di informazioni intercettate; non è però possibile dire se alcune di tali notizie siano state raccolte tramite Echelon perché le notizie che arrivano via Sigint non rivelano, per motivi di sicurezza, la fonte effettiva. L'ammiraglio si è quindi soffermato sui sistemi di cifratura nazionale messi a punto per evitare che il nostro paese sia oggetto di intercettazioni esterne.
Un altro chiarimento chiesto dal Comitato concerne il fatto che, almeno fino all'inizio degli anni '90, sembrerebbe che i sistemi di intercettazione fossero limitati sia da barriere tecnologiche che dall'inabilità di sviluppare del software che individui le parole così da consentire il processamento automatico delle conversazioni intercettate. In proposito l'ammiraglio Battelli si riserva di inviare un appunto tecnico che risponda a tale quesito.
21 giugno 2000. Viene trasmesso dal SISMI l'appunto richiesto dal Comitato nel corso dell'ultima audizione dell'ammiraglio Battelli. In esso si conferma che, allo stato attuale della tecnologia, non risulta che siano in uso sistemi automatici idonei ad individuare parole chiave all'interno di una comunicazione telefonica.
5 luglio 2000. Il Parlamento europeo approva l'istituzione di una Commissione temporanea, composta da 36 membri, con il compito di:
verificare l'esistenza del sistema di intercettazione delle comunicazioni conosciuto come Echelon;
stabilire la compatibilità di tale sistema con le norme comunitarie;
accertare se l'industria europea è messa a rischio dal sistema di intercettazione delle comunicazioni;
ove possibile, avanzare proposte per iniziative politiche e legislative.
Lo studio sul sistema Echelon, commissionato dallo STOA - organismo tecnico-scientifico del Parlamento europeo - e redatto dalla Omega Foundation, è stato presentato nel gennaio 1998. Il rapporto, intitolato «Una valutazione delle tecnologie di controllo politico», ha espresso alcune posizioni sul sistema di sorveglianza globale Echelon. Questo sistema sembra essere uno strumento di sorveglianza a livello mondiale, progettato e coordinato dalla NSA americana (National Security Agency), il quale intercetta e-mail, fax, telex e telefonate internazionali che transitano via satellite, ed opera sin dai primi anni '80. Esso fa parte degli sviluppi successivi alla guerra fredda, fondati sull'accordo britannico-americano cui partecipavano sin dal 1948 anche Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Le cinque agenzie interessate sarebbero: la National Security Agency (NSA) americana, la Government Communications Headquarters (GCHQ) britannica, la Communications Security Establishment (CSE) canadese, la Government Communications Security Bureau (GCSB) neozelandese, la Government Communications Headquarters Signals Directorate (DSD) australiana. Il sistema è stato portato alla luce da Nicky Hager, il quale ha pubblicato nel 1996 il volume Secret Power: New Zealand's role in the international Spy Network. Per questo lavoro, egli ha intervistato più di cinquanta persone che lavoravano o avevano collaborato con agenzie di intelligence e che sono coinvolte nell'impiego di Echelon. È stato detto che il sistema Echelon non è progettato per controllare una particolare e-mail o linea fax, ma serve piuttosto ad intercettare indiscriminatamente le comunicazioni in grande numero per usare strumenti informatici che selezionano i messaggi interessanti scartando quelli insignificanti.
Secondo lo studio dello STOA, sembrano essere tre le componenti che costituiscono Echelon:
1. Il controllo degli Intelsat, satelliti internazionali per le telecomunicazioni usati dalle società telefoniche nella maggior parte dei paesi. Una stazione chiave per Echelon si trova a Morwenstow in Cornovaglia e controlla l'Europa, l'Oceano Atlantico e quello Indiano.
2. L'intercettazione dei satelliti regionali di comunicazione non-Intelsat. Stazioni rilevanti si trovano a Menwith Hill nello Yorkshire e a Bad Aibling in Germania.
3. Sorveglianza di sistemi a terra o sottomarini, che utilizzano reti funzionanti a cavo o a microonde.
Attualmente, il lavoro di Echelon è sostanzialmente rivolto alle «forme scritte» (e-mail, fax e telex) ma i nuovi sistemi telefonici satellitari che partono dalle vecchie basi terrestri saranno vulnerabili esattamente come le comunicazioni scritte.
Ognuno dei cinque centri fornisce agli altri dei «Dizionari» di parole chiave, frasi, persone e luoghi da bersagliare e l'intercettazione catalogata viene subito sottoposta al paese richiedente.
È proprio l'interfaccia del sistema Echelon e i suoi potenziali sviluppi relativi alla telefonia, combinati con la standardizzazione delle centrali di comunicazione intercettabili e delle attrezzature promosse da UE e USA, che presenta davvero una minaccia globale contro la quale non vi sono controlli giuridici o democratici.
Lo studio identifica un certo numero di opzioni per l'Unione Europea, incentrate sulla proposta per cui:
«Tutte le tecnologie di sorveglianza, operazioni e prassi dovrebbero essere sottoposte a procedure che garantiscano un controllo democratico e vi dovrebbero essere codici di condotta che garantiscano un re-indirizzo nel caso di uso improprio o abuso. Dovrebbero essere stabiliti criteri espliciti per decidere i soggetti passibili di sorveglianza e quelli che devono essere evitati, il modo in cui i dati vengono conservati, processati e distribuiti. Questi criteri e i relativi codici di condotta dovrebbero essere resi di pubblico dominio».
Altri aspetti comprendono:
tutte le specifiche dei codici di condotta dovrebbero garantire che le nuove tecnologie per la sorveglianza siano contemplate da un'appropriata legislazione per la tutela dei dati;
dal momento che i dati raccolti con la maggior parte dei sistemi digitali possono essere rappresentati in connessione tra loro, le nuove linee guida dovrebbero definire che cosa possa costituire una prova ammissibile. Questo interesse è particolarmente rilevante nel caso dei sistemi di identificazione automatica che dovranno tenere conto delle disposizioni dell'Articolo 15 della Direttiva europea del 1995 sulla tutela dei dati personali e del loro trattamento;
dovrebbero essere sviluppate normative che si occupano dello spionaggio elettronico e degli strumenti di intercettazione operanti nei confronti di privati e imprese, in modo tale che la loro vendita sia soggetta a permessi disciplinati normativamente piuttosto che a codici di auto regolamentazione;
l'uso delle intercettazioni telefoniche da parte degli Stati membri dovrebbe essere soggetto alle procedure di controllo pubblico di cui si è detto anzitempo. Prima che una qualsiasi intercettazione telefonica abbia luogo, dovrebbe essere ottenuta un'autorizzazione secondo modalità disposte da ciascun parlamento. Nella maggior parte dei casi, alle forze dell'ordine non dovrebbe essere consentita l'autonomia sotto questo profilo, tranne che in casi eccezionali che possono essere definiti dall'autorità che provvede alle autorizzazioni, non appena se ne presenti l'occasione;
si dovrebbero redigere statistiche annuali sulle intercettazioni avvenute negli Stati membri, all'indirizzo dei rispettivi Legislativi. Queste dovrebbero comprendere dettagli sul reale numero di strumenti di comunicazione intercettati e i dati dovrebbero essere presentati disaggregati (e ciò per evitare che le statistiche riportino solo le autorizzazioni ottenute, mentre i soggetti sotto sorveglianza possono essere organizzazioni che comprendono centinaia di persone, i cui telefoni possono tutti essere soggetti ad intercettazione).
Le tecnologie che consentono l'elaborazione automatica di profili e l'analisi di schemi per le chiamate telefoniche effettuate per intrattenere relazioni e contatti personali in rete dovrebbero essere sottoposte alle stesse disposizioni giuridiche adottate per le intercettazioni telefoniche e riportate al parlamento nazionale dello Stato membro.
Il Parlamento europeo dovrebbe respingere quelle proposte americane che mirano a rendere accessibili alle agenzie segrete degli Stati Uniti i messaggi privati che transitano via Internet. Il Parlamento europeo non dovrebbe nemmeno convenire su un maggior controllo della crittografia senza un ampio dibattito in seno all'Unione sulle implicazioni di questa misura. Si tratta di un aspetto che riguarda i diritti civili e umani dei cittadini europei e i diritti commerciali delle imprese che operano legittimamente, e che possono essere danneggiate da una sorveglianza non autorizzata da parte di agenzie di intelligence che operano congiuntamente a concorrenti multinazionali.
Nel mese di aprile del 1999 è stato presentato al Parlamento europeo un altro studio, anch'esso commissionato dallo STOA, e realizzato dal giornalista inglese Duncan Campbell, già autore negli anni '80 di una inchiesta sui sistemi e le tecniche di intercettazione.
Il rapporto, intitolato «Capacità di intercettazione 2000», contiene, tra le altre, una importante affermazione, che contrasta con uno degli assunti fondamentali del primo rapporto. Si afferma infatti che «non è ancora disponibile un efficace sistema di riconoscimento del linguaggio che sappia selezionare automaticamente le chiamate che rivestono un interesse di intelligence, anche se la ricerca persegue da trent'anni questo obiettivo». Sono stati invece sviluppati sistemi per il riconoscimento vocale di soggetti, precedentemente individuati, che operano chiamate internazionali.
Il rapporto sottolinea come gli obiettivi prioritari del sistema Echelon vadano ricercati nella individuazione di informazioni commerciali ed economiche, piuttosto che nel campo politico o sociale. In particolare, si ritiene che esso abbia lo scopo fondamentale di favorire le grandi imprese statunitensi nell'ambito delle attività connesse ad accordi e contratti stipulati a livello internazionale. Vengono in tal senso forniti alcuni esempi di trattative che sarebbero state concluse favorevolmente dall'industria nord-americana proprio in virtù di notizie ottenute con il sistema di intercettazione. In tale contesto, le vittime principali del sistema stesso sarebbero soprattutto le compagnie europee, principali concorrenti degli USA in campo commerciale.
Il rapporto presenta un'ampia serie di informazioni tecniche relative ai sistemi di intercettazione ed alla loro recente evoluzione, nonché una dettagliata elencazione dei centri di ascolto e delle antenne che farebbero capo al sistema Echelon.
Tale sistema sarebbe peraltro in corso di ridefinizione, dovendosi adeguare alla rapida evoluzione della tecnologia delle comunicazioni, che rende sempre più difficoltosa l'opera di intercettazione. A tal fine, il Governo americano sarebbe impegnato nel favorire la diffusione su scala mondiale, e segnatamente in Europa, di tecnologie di crittografia prodotte negli USA.
Nel complesso, il rapporto Campbell sottolinea del sistema Echelon una funzione sensibilmente diversa rispetto a quella emersa dalle conclusioni del primo rapporto, attribuendogli prevalenti finalità di tutela degli interessi economici americani, e modificando di conseguenza il significato politico e strategico dell'alleanza a cinque che sarebbe alla base della creazione del sistema stesso.
La Commissione Difesa dell'Assemblea Nazionale francese ha approvato l'11 ottobre 2000 una relazione «sui sistemi di sorveglianza e di intercettazione elettronica che possono mettere in pericolo la sicurezza nazionale».
Le principali conclusioni contenute nella relazione, illustrate dal deputato Artur Paecht nel corso della seduta della Commissione, sono le seguenti.
Esiste effettivamente un sistema di intercettazione delle comunicazioni, predisposto dai servizi di informazione degli Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada e Nuova Zelanda. L'esistenza di tale sistema, che si è sviluppato in modo spettacolare negli anni '70 e '80, è provata dal funzionamento di basi o stazioni di ascolto sia nel territorio dei cinque paesi partecipanti, sia in quello di altri Stati come Giappone e Germania (a Bad Aibling), ed è confermata da numerose testimonianze.
Per i creatori di tale sistema, le esigenze di sicurezza giustificano il suo mantenimento. Non è impossibile che talune informazioni raccolte possano essere utilizzate a fini politici ed economici.
Gli strumenti acquisiti in oltre quarant'anni dai servizi di informazione promotori di Echelon permettono di raccogliere, se non di trattare, un gran numero di comunicazioni. Peraltro, l'espandersi delle comunicazioni e lo sviluppo delle misure di protezione, in particolare i sistemi di cifratura dei messaggi, complicano l'esplorazione dei dati raccolti.
In Belgio il caso Echelon è stato esaminato dal Comitato parlamentare di controllo dei servizi di informazione e sicurezza. Uno dei capitoli contenuti nel rapporto relativo alle attività del 1999 è appunto riservato a tale vicenda. Dalle audizioni effettuate in seno al Comitato, è emerso che entrambi i servizi di informazione belgi (Sicurezza dello Stato e Servizio Generale di Informazione e Sicurezza (SGR)) hanno avuto conoscenza di Echelon attraverso fonti aperte. Nel rapporto si afferma che il servizio per la Sicurezza dello Stato non dispone di mezzi di investigazione adeguati per verificare la effettiva esistenza del sistema Echelon. Tale servizio è inoltre estraneo ad ogni tipo di raccolta di informazioni satellitari, e non ha comunque accesso a questo tipo di fonti.
Da parte dei responsabili del SGR si è sottolineato che «la questione Echelon, per quanto importante possa essere in quanto tale, rappresenta un esempio dei numerosi pericoli con i quali deve confrontarsi la nostra società dell'informazione e della comunicazione».
Le conclusioni del Comitato belga, sulla base delle audizioni e dell'esame della documentazione esaminata, sono le seguenti.
Gli studi effettuati dallo STOA per il Parlamento europeo fanno ritenere che il sistema Echelon sia una realtà. Il rapporto dello STOA illustra come informazioni economiche sensibili relative soprattutto alle organizzazioni europee vengano raccolte e diffuse. Lo stesso rapporto, ed altre fonti aperte, dimostrano d'altronde che anche altri paesi dispongono delle stesse possibilità tecnologiche.
Il Comitato belga ha dovuto constatare che non vi è stato alcun contatto fra i servizi di informazione e sicurezza ed il tema Echelon, del quale essi sono venuti a conoscenza solo attraverso la consultazione di fonti aperte.
L'obiettivo principale che il Comitato ha indicato nel promuovere l'indagine sulla vicenda Echelon, consiste nella verifica della linea di condotta tenuta dai Servizi italiani, ed in particolare dell'effettivo grado di conoscenza di tale sistema, nonché dell'eventuale coinvolgimento in attività ad esso connesse.
Se infatti le attività di intercettazione, finalizzate a specifici obiettivi connessi con le esigenze di sicurezza nazionale, sono da considerarsi del tutto coerenti con le funzioni proprie delle strutture di intelligence, la predisposizione di un sistema di intercettazione globale - indirizzato, cioè, ad una diffusa attività intrusiva anche verso paesi alleati, e non connesso a necessità di sicurezza e difesa - presenterebbe evidentemente aspetti di rilevante impatto istituzionale, anche in relazione al quadro delle garanzie di libertà individuali, quale stabilito dalla nostra costituzione, e determinerebbe il sorgere di delicate questioni connesse ai rapporti internazionali, al quadro delle alleanze, ai compiti di controspionaggio e di difesa anti-intercettazione.
Sulla base delle audizioni svolte, e della documentazione fornita dal Cesis, appare chiaro che da parte dei responsabili dei Servizi di informazione Echelon viene considerato come il risultato di una evoluzione tecnologica, tuttora in corso di perfezionamento, mediante la quale sarebbe possibile pervenire a più efficaci modalità di intercettazione delle comunicazioni satellitari. Le audizioni svolte presso il Comitato tendono ad escludere che esista, con tale denominazione, un sistema integrato di intercettazione, utilizzato dai cinque paesi partecipanti all'accordo UKUSA (Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, Canada), e finalizzato a captare le comunicazioni su scala mondiale. È stato altresì escluso dal SISMI che attualmente esista un metodo di riconoscimento automatico delle parole pronunciate all'interno delle comunicazioni, che permetta quindi una registrazione delle sole conversazioni che contengano determinati termini.
Non è stato escluso che l'Italia, nell'ambito degli accordi di collaborazione con i paesi alleati, abbia potuto beneficiare di informazioni ottenute mediante intercettazioni di singole comunicazioni, effettuate da servizi di paesi alleati; i nostri servizi non sono peraltro a conoscenza di tale origine, in quanto le fonti delle informazioni ottenute nel quadro della collaborazioni SIGINT non vengono di regola rivelate.
Dalla documentazione esaminata, e dalle successive dichiarazioni di un predecessore dell'attuale direttore del SISMI, il Comitato è stato messo a conoscenza di un episodio concernente intercettazioni riguardanti una sede diplomatica italiana all'estero. A seguito di tale fatto, si è provveduto a cambiare completamente i sistemi di cifratura delle comunicazioni, che adesso, secondo quanto affermato dal direttore del SISMI, risulterebbero dotate di elevati margini di sicurezza.
In relazione alle notizie circa la base di S. Vito dei Normanni - che veniva indicata giornalisticamente come base di un terminale di Echelon - è stato confermato che tale centro - non più attivo dal 1993 - era stato insediato su iniziativa del Governo degli Stati Uniti, in accordo con le autorità italiane. Le operazioni di intercettazione effettuate attraverso tale base non avrebbero riguardato in alcun modo istituzioni o cittadini italiani.
Nel complesso, emerge dagli elementi acquisiti che gli organi di informazione e sicurezza italiani erano a conoscenza, oltre che dell'accordo UKUSA, stipulato già all'epoca della II Guerra mondiale, anche dell'esistenza di una sorta di sistema tecnologico avanzato, finalizzato al perfezionamento delle metodologie utili per le intercettazioni delle comunicazioni. Tali informazioni sarebbero peraltro pervenute ai servizi in modo frammentario ed episodico.
Non vi sono prove sulla ipotesi che Echelon abbia effettuato rilevazioni di carattere generale nei confronti del nostro paese.
Sulla base dell'istruttoria svolta è possibile pervenire alle seguenti conclusioni.
Risulta in primo luogo che, nell'ambito delle relazioni tra i paesi alleati nel settore SIGINT (Signals intelligence), esiste un rapporto di collaborazione più stretto tra i paesi anglosassoni, e ciò a prescindere dalla denominazione assunta da tale accordo. Si tratta di una intesa, avviata durante la seconda guerra mondiale e proseguita durante il periodo della guerra fredda, e mirata ad obiettivi essenzialmente militari. Con l'evoluzione tecnologica il rapporto ha verosimilmente riguardato anche l'attività di raccolta di informazioni attraverso le comunicazioni satellitari.
L'istruttoria svolta dal Comitato non consente invece di affermare che tale rapporto di collaborazione avesse un ambito più ampio, come emerso talvolta in questi anni su organi di stampa, nel senso che esso fosse mirato alla creazione di un sistema integrato di intercettazione di comunicazioni o di una rete mondiale di intercettazioni, oggetto delle preoccupazioni espresse in tal senso nei rapporti di documentazione elaborati dal Parlamento europeo.
Per quanto concerne le attività indicate con il nome Echelon, va anzitutto segnalato che tale nome appare soltanto di recente in alcuni documenti ufficiali, e precisamente in alcune direttive declassificate della NSA e nell'audizione presso il Congresso americano il 12 aprile 2000 del direttore della CIA George Tenet. Sulla base dei dati a disposizione del Comitato, e tenendo conto di quanto precisato dall'ammiraglio Battelli nel corso delle audizioni svolte presso il Comitato, si può ritenere verosimile che con il nome Echelon si definisca uno stadio dell'evoluzione tecnologica nel campo delle intercettazioni satellitari che, nel caso dei cinque paesi partecipi dell'accordo, consentirebbe di ricevere le intercettazioni rilevate tramite le comunicazioni satellitari. In ogni caso, le informazioni acquisite dal Comitato non consentono in alcun modo di affermare che, con il nome Echelon, ci si riferisca ad un sistema integrato di intercettazioni di comunicazioni. In tal senso, un ulteriore argomento è costituito
dalla informazione, ricevuta dal SISMI, sul fatto che, allo stato attuale dell'evoluzione tecnologica, non risulta che siano in uso sistemi automatici idonei ad individuare parole chiave all'interno di una comunicazione telefonica, al fine di avviare, solo in presenza di alcune di esse, l'intercettazione della comunicazione stessa; si tratterebbe di nuovi obiettivi che attualmente sono solo in fase di ricerca e di sviluppo.
Anche il secondo studio commissionato dal Parlamento europeo (Rapporto Campbell), del resto, afferma in proposito che un sistema di ricerca automatica di parole al fine di selezionare telefonate di interesse dei servizi di informazione non è ancora disponibile.
Nella citata audizione del direttore della Cia al Congresso americano, non viene escluso che gli Usa svolgano attività di intelligence economica, anche attraverso intercettazioni, ma ciò avverrebbe nel quadro degli obiettivi e delle finalità indicati dalle leggi e comunque non a vantaggio delle imprese americane.
Va inoltre confermato che, sulla base di quanto emerso nelle audizioni degli ammiragli Battelli e Martini, anche l'Italia ha fruito delle intercettazioni svolte nell'ambito Sigint - e peraltro il nostro Paese svolge direttamente raccolta di informazioni con tale metodologia - ma non risulta possibile individuare nel dettaglio se e quali notizie siano state raccolte tramite il sistema che utilizzava i metodi tecnologici evoluti indicati come Echelon; infatti, per motivi di sicurezza, le notizie che vengono acquisite nell'ambito degli scambi di informazioni fra Paesi alleati, ed in particolare quelle rilevate tramite il sistema SIGINT, non indicano mai la fonte originaria.
Per quanto riguarda i maggiori dettagli emersi nell'ultima audizione dell'ammiraglio Battelli rispetto al contenuto di quelle precedenti, ciò dipenderebbe dal fatto che ulteriori elementi di conoscenza sono stati acquisiti successivamente, a seguito della pubblicazione dei documenti di fonte statunitense e dei conseguenti accertamenti che sono stati svolti dal SISMI.
Le conclusioni che il Comitato ritiene di rappresentare al Parlamento non trovano, peraltro, comprovati argomenti di segno diverso nelle considerazioni esposte da organi di parlamenti nazionali di altri Paesi dell'Unione europea, ai quali pure si è fatto cenno nei precedenti paragrafi.
Sia il Parlamento francese che quello belga, infatti, hanno esaminato rapporti in cui, da un lato, vengono prospettate affermazioni positive circa l'esistenza di un «sistema di intercettazioni Echelon», e, dall'altro, si indicano come elementi di prova le medesime fonti aperte che, come accennato, forniscono indicazioni inidonee, ad avviso del Comitato, alla definizione di tali conclusioni. Del resto, gli organi parlamentari stranieri citati hanno tenuto a sottolineare la insufficienza degli strumenti, anche investigativi, per loro disponibili ai fini di una approfondita ricerca, non limitata alla valutazione di fonti aperte. Le stesse limitazioni, d'altra parte, connotano i poteri del Comitato, ai sensi della legge n. 801/1977, in attesa di una sempre più auspicabile riforma del sistema delle informazioni per la sicurezza.
Il Comitato ritiene opportuno ribadire che le valutazioni alle quali è pervenuto, e che consegna al Parlamento, traggono origine dalla finalità di verifica delle attività poste in essere dai servizi di informazione e sicurezza del nostro Paese, secondo quanto dispone la legge n. 801/1977, e nei limiti posti da tale legge all'attività del Comitato. Esso ha pertanto potuto utilizzare esclusivamente per la sua istruttoria documentazione, audizioni e relazioni, provenienti dal Governo, o, per suo tramite, dai servizi di sicurezza, ovvero da fonti aperte, quali, ad esempio, le audizioni dei direttori della CIA e della NSA dinanzi al Congresso degli Stati Uniti.
Alla luce di tali elementi, non sono emersi motivi di rilievo nei confronti dell'attività istituzionale svolta dai servizi di informazione e sicurezza del nostro Paese.
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